di Giuseppe Longo
Parlando del Carso è facile, anzi ovvio, pensare subito al Terrano, rosso prestigioso che riflette perfettamente i caratteri di queste terre rosse e aspre, ma generose di sapori e profumi.
Tra i bianchi, invece, è la Vitovska la varietà che meglio identifica la zona Doc sferzata dalla bora e che raccoglie, e rimanda nel vino, gli influssi del mare sottostante che si legano con quelli dati da un terreno davvero unico.
Siccome oggi, come è noto, c’è la seconda e ultima giornata dedicata a questo splendido vitigno carsico nel castello di Duino, dove si terranno nel tardo pomeriggio e in serata altre due degustazioni guidate dall’Ais Fvg, dedichiamo una scheda tecnica proprio alla Vitovska, al fine di aiutarvi a fare maggiore confidenza con questo grande vino che ai più è ancora poco conosciuto. Un vino dalla grande personalità che proprio un anno fa ho avuto l’occasione di assaggiare – in realtà, lo confesso, anch’io ne sapevo ben poco – e apprezzare, visitando proprio a Prepotto del Carso, assieme a colleghi dell’Arga Fvg, in un ambiente di rara suggestione, la cantina scavata nella roccia di Beniamino Zidarich.
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Da allora, anche la Vitovska é diventata uno dei vini che amo di più, tanto che spesso la chiedo quando entro in un’enoteca per un buon aperitivo.
Vediamo allora di conoscere meglio questo vino affascinante con l’aiuto dell’enologo Claudio Fabbro, il quale a sua volta ha attinto dallo studio Del Zan – Failla – Scienza pubblicato dall’Ersa con il titolo “La vite e l’uomo, dal rompicapo delle origini al salvataggio delle reliquie”. “Vino di color giallo paglierino chiaro – spiega -, brillante; profumo fruttato che evidenzia note mielate, con sentori di pera Williams, che si evolve in una leggera sfumatura di salvia; sapore acidulo, sapido, secco, di corpo, con retrogusto di un piacevole amarognolo e media alcolicità.
Si presta bene per produzioni di vini freschi, varietali, da consumarsi preferibilmente giovani”.
Va ovviamente degustato fresco, ma non freddo, per apprezzare la sinfonia di sapori e profumi che raccontano con intensità e immediatezza il Carso che lo produce e che esprime nei territori di Sgonico e Duino Aurisina i vigneti più consistenti, ma non solo.
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Vigneti del Carso, nel territorio di Duino Aurisina, dove la Vitovska è molto coltivata.
“Il vitigno – si legge infatti al riguardo – è diffuso da tempi immemorabili nella zona del Carso, nonché nelle aree di San Giuseppe della Chiusa, Log e Domino.
Attualmente il suo areale di coltivazione si va estendendo nella provincia di Trieste e nelle zone di Vipacco e Sezana.
Il vitigno in passato ha assunto varie denominazioni a carattere locale, tra cui Organca, Verganca e Vitouska-Gargania, benché non vi sia affinità alcuna con il vitigno Garganega.
Si esclude, inoltre, qualsiasi rapporto con la Ribolla gialla del Goriziano, ipotizzato in passato da alcuni autori.
Il vitigno, pertanto, può essere considerato autoctono, sia in quanto attraverso un lunghissimo processo di adattamento e di selezione ha raggiunto gli attuali, peculiari caratteri, che gli consentono di dare i migliori risultati nelle aride terre del Carso, sia perché non è stata riscontrata almeno fino al momento attuale alcuna varietà che possa identificarsi con la Vitovska”.
Come dire che questo vitigno ha una personalità tale da diventare inconfondibile.
Come il suo vino fresco e vivace che ben si presta ad accompagnare i piatti tipici della zona, ma altrettanto bene per un semplice aperitivo magari con un pezzetto di formaggio o una fetta di prosciutto che sul Carso non mancano mai.
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Un altro vigneto nella zona di Prepotto del Carso.
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E per quanto riguarda le esigenze ambientali e colturali?
“Si adatta bene – conclude Fabbro, riassumendo ancora quanto sostengono i tre studiosi – a terreni ben drenati, asciutti, anche aridi, non teme il vento.
I prodotti migliori li fornisce in collina, con impianti a densità medio-alta e forme di allevamento contenute.
Teme le gelate tardive.
Il vitigno presenta spiccate caratteristiche meccaniche di resistenza al vento e non soffre la siccità estiva, mentre a causa della sua precocità in talune annate è soggetto ad allessamento dei germogli dovuti ai repentini abbassamenti termici causati dal vento di bora”.
Ed, al riguardo, giova ricordare che la forte gelata del 21 aprile 2017 aveva causato gravi danni non solo qui ma in tutto il Friuli Venezia Giulia.
Abbiamo fornito, dunque, un breve ma interessante ritratto del vitigno e del suo vino, che ieri pomeriggio erano stati grandi protagonisti nel convegno di apertura della due giorni al castello di Duino.
Oggi, sabato, c’è dunque la giornata conclusiva sulla quale il sipario si alzerà alle 18.
Sono quindi previste due degustazioni guidate a cura dei sommelier dell’Ais Fvg alle 19 e alle 20.30, con informazioni e iscrizioni sul posto, mentre per ogni altra delucidazione di carattere generale gli interessati potranno ricorrere alla mail dell’Associazione Viticoltori del Carso che ha organizzato l’evento.
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E allora buona Vitoska a tutti anche oggi. Un appuntamento certamente da non perdere per chi ama il mondo del Carso e i suoi personalisssimi vini, ricchi anche di storia e di tradizione che ci raccontano il carattere di questa terra, difficile ma senza dubbio affascinante.
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in copertina: I bei grappoli della Vitovska, grande bianco del Carso.